ANNELISE ATZORI ALLA MOSTRA INTERNAZIONALE ARTE & CAVALLO – SAN SIRO IPPODROMO – MILANO.
La sua pittura emoziona e coinvolge: Annelise Atzori è da considerarsi una solida certezza dell’arte contemporanea. I soggetti che ritrae nei suoi quadri hanno un forte carattere evocativo in grado di mettere in relazione lo spettatore con le pulsioni più profonde della pittrice. La luce e i colori si amalgamano magicamente nelle sue tele concretizzandosi in forme di pura bellezza. L’artista ha partecipato a numerose mostre sia in Italia sia all’estero.
La Galleria Milanese inaugurata il 24 settembre alle 18:00 ha dato il via alla mostra Internazionale d’Arte Contemporanea “Arte & Cavallo” presso il prestigioso ippodromo del galoppo San Siro a Milano, a cura della Dott.ssa Roseli Crepaldi e della Dott.ssa Giada Eva Elisa Tarantino.
La Galleria Milanese ha realizzato un affascinante omaggio visivo a questo magnifico animale. Da qualche migliaio di anni l’uomo e il cavallo si incontrano per svolgere vari compiti, come l’agricoltura, i trasporti, la guerra e persino lo sport. Abitando paesaggi pittoreschi, campi di battaglia, mercati contadini… i cavalli sono sempre stati presenti nella storia dell’uomo, come preziosi e unici compagni in tempo di guerra e di pace. Per chi pensa che il cavallo sia semplicemente scomparso nel mondo contemporaneo, si sbaglia. Nonostante siano limitati al mondo rurale e sportivo, vediamo che i cavalli mostrano ancora il loro valore nel mondo contemporaneo. Diversi trattamenti terapeutici consigliano l’equitazione, come attività che unisce lo sforzo fisico ei benefici della convivenza con l’animale. Il polo è indicato anche nel mondo aziendale come uno sport capace di coltivare leadership e velocità nelle decisioni. A quanto pare, questo possente quadrupede ha ancora il suo posto nella vita quotidiana dell’uomo. Di conseguenza, la Galleria Milanese ha sfidato artisti provenienti da tutto il mondo a trovare la loro musa sotto forma di destriero e ritrattarlo nel modo più glorioso possibile.
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L’Ippodromo Snai San Siro Costruito nel 1920, da oltre un secolo rappresenta uno dei più prestigiosi palcoscenici ippici a livello internazionale. Le piste da corsa sono considerate tra le più selettive al mondo, e grazie ai diversi tracciati (quattro per corse in piano, uno per corse in siepi, uno per steeple-chase e uno per cross country) è possibile disputare dei convegni di corse su distanze diverse, dai 1000 ai 3000 metri per le corse in piano, sino a 5000 metri per le corse ad ostacoli. L’Ippodromo Snai San Siro è l’unico impianto ippico al mondo ad essere stato dichiarato “monumento di interesse nazionale”.
Sull’erba delle piste del galoppo hanno corso, lottato e vinto alcuni tra i più grandi purosangue della storia dell’ippica, come ad esempio Tenerani, Ribot, Sirlad, Tony Bin, Falbrav. Nomi prestigiosi emergono anche tra i fantini, con Enrico Camici, Frankie Dettori e Mirko Demuro, solo per citarne alcuni. Copre un’area di 1.600.000 mq circa e conta oltre 70 giornate di corse ogni anno, per più di 500 corse complessive. Il calendario comprende dieci Gran Premi oltre alle corse di Gruppo. All’ingresso del Piazzale dello Sport, è ubicata una delle statue equestri più grande al mondo, il Cavallo di Leonardo, realizzata dalla scultrice statunitense Nina Akamu, che per il suo lavoro si è ispirata ai disegni originali di Leonardo da Vinci. L’opera originale fu concepita nel 1482 dal genio toscano su commissione di Ludovico il Moro, duca di Milano, che voleva dedicare l’opera alla memoria del padre Francesco.
Grande riconoscimento per l’artista internazionale Annelise Atzori, che a Milano ha esposto una sua opera nella Mostra Internazionale d’arte contemporanea “ARTE & CAVALLO” nell’Ippodromo Snai San Siro, ancora in corso. Promossa dalla Galleria Milanese, con cura di Roseli Crepaldi e Direzione scientifica di Barbara Crepaldi, consiste in una raccolta di opere equestri a cura di artisti provenienti dall’Italia e da tutto il mondo. Per l’artista nata in Germania, ma residente in sardegna si tratta di un importante riconoscimento, che si aggiunge alle molteplici attestazioni ricevute nel corso degli ultimi anni.
“Sono onorata di questo premio e di vedere il mio nome e la mia opera inseriti nel catalogo di questa prestigiosissima mostra – afferma la Atzori. Si tratta di una attestazione alla mia persona ma che rappresenta il territorio tutto, e questo mi fa molto piacere. Ringrazio la mia famiglia, con la quale voglio condividere questo riconoscimento, per essermi sempre vicina”.
“Un dipinto deve sempre andare aldilà del proprio soggetto”, dice Annelise Atzori, che pensa alla pittura come a un modo per “dare forma a un’idea”.
Qualche domanda all’artista
La vita di un’artista non è mai banale e di certo non lo è per Annalise Atzori, che nell’arte vede il proprio percorso di espressione e crescita personale. Perché come dice lei: “se per dipingere devo vivere, meglio che viva per dipingere”. Conosciamola meglio.
ILARIA – Ti va di presentarti ai nostri lettori?
ANNELISE – Grazie per questo invito e per avermi concesso questa intervista. Vivo e lavoro in Sardegna da tanti anni, ma il mio cuore è sempre in Germania nella mia terra. Sono molto concentrata sul mio percorso artistico e mi piace parlare d’Arte con chi, come te, dimostra interesse, perché l’Arte è una cosa molto bella ma anche difficile da far capire per cui cerco di far emozionare il pubblico.
ILARIA – Come ti sei avvicinata alla pittura?
ANNELISE – È successo spontaneamente. Fin da piccola passavo il tempo a disegnare e a guardare i dipinti sui libri. Appena ho potuto ho messo mano a tutti i tipi di colori che trovavo: acquerelli, tempere e soprattutto colori a olio, che erano quelli che più mi entusiasmavano. Ho iniziato presto a fare copie e sperimentazioni perché sentivo di fondamentale importanza acquisire la tecnica nei suoi vari possibili procedimenti. Questi studi sono andati in parallelo con la formazione scolastica, liceo e Accademia di Belle Arti e sono continuati anche dopo.
ILARIA – L’importanza del corpo umano come punto di partenza, per poi allontanarsene
ANNELISE – Quando il corpo scompare, è come se non ci fosse più un luogo. Resta la pittura che si mette in mostra, sfodera i suoi trucchi, gioca il suo gioco.
ILARIA – Mi sorge spontaneo chiedere quale sia il tuo rapporto con l’ispirazione?
ANNELISE – Un rapporto controverso di amore e odio, di cui ho grande riverenza. L’ispirazione non arriva mai quando la richiedi o ne hai bisogno perché vuoi comandare qualcosa che non può essere comandato. Se vuoi fare un quadro bello, non ti viene bene perché non sei libero di accedere a qualcosa per cui tu artista sei solo un mezzo. Può essere intesa come qualcosa di divino, ma è come l’amore: te lo ritrovi addosso e non sai come sia successo.
ILARIA – Cosa rappresenta per te la natura?
ANNELISE – Tanto, tantissimo, per non dire tutto. È inesprimibile a parole.
ILARIA – Cosa ti senti di dire agli studenti dei vari licei artistici italiani?
ANNELISE – Non devono considerare l’istituzione scolastica come un gelido luogo di nozioni fini a sé stesse, ma un’opportunità per la loro vita, dove conoscere l’anima e il cuore di uomini e donne che dedicano il loro tempo alla didattica ed al lancio di una nuova generazione.
ILARIA – Quale ruolo dovrebbe ricoprire l’arte nella società di oggi?
ANNELISE – L’arte dovrebbe essere il punto cardine di una società. Va riconosciuta adeguatamente dallo Stato, soprattutto in momenti difficili. Ad esempio, in Messico pagano la casa agli artisti, in Austria offrono una mensilità. Come puoi essere un artista in Italia se devi avere altri lavori per sopravvivere? È una continua bipolarità improduttiva sia dal punto di vista lavorativo che artistico poiché uno condiziona l’altro. L’arte e le creazioni sono espressione della bellezza umana. Come fai a parlare dell’uomo se non parli d’arte?
ILARIA – Che cosa vuoi trasmettere con la pittura?
ANNELISE – Mi propongo di suscitare emozioni. Ogni tratto, ogni forma, ogni colore è un messaggio con un oggetto sempre diverso legato ai miei ricordi o alla mia quotidianità perché l’arte è anche una riflessione per capire meglio noi stessi. L’arte stimola la pace nella mia mente. Faccio l’artista da sempre, la mia vita è sempre in mezzo ai colori. Ho cercato, anno dopo anno, un mio linguaggio pittorico, perché bisogna sperimentare tutte le tecniche per trovare l’unicità in tutte le espressioni. Il mio intento è quello di esternare tutto ciò che ho dentro e dipingere il bello attraverso i colori. Amo tutto ciò che è vero e autentico e mi allontano da tutto ciò che è finto.
ILARIA – In che modo questo riconoscimento ha impattato sul tuo essere artista?
ANNELISE – È stata una botta di aria fresca. I sogni possono avverarsi, devi crederci sempre e d’improvviso ti ritrovi come me ad esporre le tue opere con artisti contemporanei di fama mondiale.
In un tempo così difficile e doloroso come quello attuale, l’arte ha rappresentato più che mai, un antidoto contro il crescente stato di malessere generale. Gli artisti provenienti da vari territori sia nazionali che internazionali, hanno potuto mettere in mostra ognuno attraverso i propri dipinti le loro realtà e i loro punti di vista, regalando agli spettatori un’occasione unica per sognare dopo un durevole tempo in cui è stato impossibile gioire della bellezza e della cultura. Tutti gli artisti che hanno partecipato sono nel mio cuore e grazie a loro per aver realizzato questo sogno.