“Giacinto Facchetti” di Pierluigi Avanzi

Descrizione

Al termine di un’estate 2011, in cui qualcuno ha ignobilmente tentato di sporcarne l’universalmente riconosciuta immagine limpida ed onesta, pareva quasi doveroso tornare a spiegare alla gente chi fosse Giacinto Facchetti. E necessariamente allo stesso modo lo è adesso, nei giorni in cui viene pubblicata questa edizione aggiornata per celebrarne gli ottanta anni dalla nascita. Un uomo perbene che ha fatto dell’animo elegante il principale segno distintivo. Un talentuoso calciatore tutto classe e correttezza – sbocciato campione anche grazie alla consueta umiltà unita ad un’irreprensibile abnegazione – ancora oggi ricordato come il capostipite di quella particolare razza chiamata difensori-goleador. Un autorevole dirigente stimato in ogni sede, capace con merito di giungere sino alla poltrona di presidente della squadra, Nazionale esclusa, alla quale ha regalato l’intera vita sportiva: l’Internazionale di Milano, gloriosa società che, oltre ad avere avuto in Giacinto il suo biglietto da visita più confacente e luminoso, ha indissolubilmente intrecciato gran parte della propria storia con quella di Facchetti.

Ilaria Solazzo, giornalista pubblicista e blogger, hai intervistato per noi e per voi di “06play”, lo scrittore Pierluigi Avanzi autore del libro “Giacinto Facchetti – Una bandiera in mezzo alla battaglia”.

Intervista

Ilaria – Come nasce il tuo libro e qual è il messaggio che vuoi trasmettere ai tuoi lettori?
Pierluigi – Al termine dell’estate 2011, in cui qualcuno aveva ignobilmente tentato di sporcarne l’universalmente riconosciuta immagine limpida ed onesta, pareva quasi doveroso tornare a spiegare alla gente chi fosse Giacinto Facchetti. E la stessa necessità l’ho avvertita lo scorso luglio, nei giorni in cui è stata pubblicata l’edizione rivista e aggiornata di “Giacinto Facchetti – Una bandiera in mezzo alla battaglia” (libro scritto in prima edizione nel 2011, sempre per la casa editrice Urbone Publishing) per celebrare gli ottant’anni dalla nascita di un mito del calcio mondiale, avvenuta appunto il 18 luglio 1942. L’obiettivo era principalmente quello di raccontare la storia di un uomo perbene che ha fatto dell’animo elegante il principale segno distintivo, di un campione tutto classe e correttezza ancora oggi ricordato come il capostipite di quella particolare razza chiamata difensori-goleador, di un autorevole dirigente stimato in ogni sede.

Ilaria – Quando rileggi quello che hai scritto, quali sono le sensazioni che provi?
Pierluigi – Orgoglio, innanzitutto. Per avere avuto il privilegio d’iniziare a scrivere della mia amata Inter (grazie alla prima testata giornalistica che me lo permise, pur non essendo io giornalista né di titolo né di professione) nell’ormai lontano 2007, facendolo poi con discreta costanza sino al 2017. Un importantissimo pezzo di vita lungo un decennio nel quale – attraverso articoli, post, e-book e libri cartacei, tutti rigorosamente vergati col cuore e nei ritagli di tempo concessi dal mio lavoro e dai vari impegni della vita quotidiana – ho avuto modo di vivere esperienze bellissime, condite da un patrimonio di gioie, ricordi e soddisfazioni per me difficilmente immaginabili sino a prima del 2007.

Ilaria – Cosa ti ha spinto a scrivere questo testo? Quali sensazioni hai provato nel scriverlo?
Pierluigi – Principalmente per mantenere vivissimo il ricordo dell’immenso Giacinto Facchetti, il biglietto da visita più confacente e luminoso della gloriosa e ultracentenaria epopea nerazzurra. E poi per ribadire con forza che la Storia – quella con la “esse” maiuscola – corre da sempre sui binari della chiara realtà e non certo su quelli della bieca mistificazione (malgrado in Italia, grazie soprattutto alla compiacente propaganda svolta da determinati media e giornalisti per nulla in buonafede, spesso ci si è adoperati per far accadere il contrario). Il tutto, pur non avendolo io mai visto impegnato sul rettangolo verde per ovvie questioni anagrafiche, arricchito da una personalissima dose di rievocazioni, nostalgia, sensazioni, ricorsi storici e trasporto emotivo.

Ilaria – In un momento così delicato, cosa può insegnare il calcio ai ragazzi che lo praticano e lo seguono?
Pierluigi – Il calcio, e il proprio team del cuore in particolare, conserva nell’animo di chi lo ama una parte dentro la quale si resta sempre un po’ bambini, che seguita a far sognare ed emozionare pur diventando adulti. Come scriveva il filosofo Albert Camus, “non c’è un altro posto al mondo dove l’uomo è più felice che in uno stadio di calcio”. L’universo del football da diversi anni a questa parte, però, è notevolmente cambiato, così come è mutato tutto. C’è più risentimento, meno lievità, più veleno, meno poesia, più voglia di dividersi, meno piacere nel condividere. Da questo punto di vista, credo che i social network abbiano influito parecchio (in maniera negativa). Viviamo oggi un’epoca dove purtroppo per esistere devi apparire, non è più sufficiente essere. Dove pare assolutamente d’obbligo dover urlare la propria esistenza a tutti i costi, anche magari per non correre il rischio che altri fabbrichino le loro verità sul silenzio altrui. In un mondo – del calcio e non solo – come quello odierno, una persona come Giacinto Facchetti non sarebbe stata a proprio agio.

Ilaria – Quali sono i tuoi sogni nel cassetto, a livello calcistico e non?
Pierluigi – A livello calcistico, in quasi quarant’anni di vita li ho praticamente realizzati tutti… Da quando sono nato, infatti, l’Inter ha messo in bacheca qualcosa come ventitré trofei (tanti di questi festosamente vissuti dagli spalti di San Siro). Partendo dallo scudetto-record 1989 firmato da mister Giovanni Trapattoni, per arrivare alla Supercoppa italiana ed alla coppa Italia conquistate nel 2022 con Simone Inzaghi allenatore. Per quest’ultimo, inoltre, credo sia doveroso sottolineare come, pur con una formazione innegabilmente indebolita rispetto alla stagione precedente e dovendo gestire la scomoda eredità di un top-player della panchina come Antonio Conte, alla prima stagione a Milano si sia confermato tecnico degno e competente: oltre che per le due coppe vinte e per un campionato conteso al Milan sino all’ultima giornata, anche per l’intelligente scelta intrapresa di mantenere l’adeguato 3-5-2 “contiano” – pur se interpretato in campo con sfumature differenti – come collaudato sistema di gioco. A livello di vita privata, invece, di sogni qualcuno me ne è sicuramente rimasto…

Ilaria – Questo libro è il preludio per una carriera da scrittore oppure hai in mente differenti progetti per il tuo futuro?
Pierluigi – Non tutti i sogni diventano realtà, innanzitutto per la tipica imprevedibilità della vita e poi anche perché per ogni scelta che compiamo ne esiste sempre un’altra che lasciamo da parte. Questo libro, assieme a “Biografie Nerazzurre – La storia dell’Inter attraverso i suoi protagonisti” pubblicato nel 2016, è indubbiamente la realizzazione di uno dei sogni personali di cui sopra… Svolgendo da molti anni ormai a tempo pieno l’occupazione di impiegato commerciale e non essendo dunque io scrittore di professione – pur avendo nella scrittura, oltre che nell’Inter e nella sua storia, una delle mie più grandi passioni – in futuro non credo tuttavia potrà essercene un terzo.

Ilaria – Come ti sei avvicinato al mondo del calcio e cosa ha rappresentato e rappresenta per te?
Pierluigi – Nella mia vita, da quando ne ho ovviamente ricordo, il calcio e specialmente l’Inter ci sono sempre stati. E le persone che hanno incrociato il mio cammino, a volte loro malgrado, hanno dovuto accettarlo. Sarà magari per tale motivo che i tifosi amano così profondamente la loro squadra: perché non ricordano un periodo nel quale questa non ci fosse. Spiegare bene cosa rappresenti ciò non è affatto facile, poiché le passioni sono difficilmente descrivibili in termini razionali. Passioni che, essendo tali, non hanno diminuito mai la loro intensità pure nei momenti più bui, come ad esempio l’attesa spasmodica di uno scudetto per diciassette interminabili anni… Ragion per cui, Paulo Coelho docet, “chi desidera vedere l’arcobaleno, deve imparare ad amare la pioggia”.

Dettagli

Autore: Pierluigi Avanzi.
Editore: Gianluca Iuorio.
Casa editrice: Urbone Publishing.
Formato: cartaceo.
Copertina: flessibile a colori.
Prezzo: 13 euro.
Pubblicato: nel 2022.
Pagine: 108.
Lingua: italiana.
Isbn o codice id9791281101029.

Dove poter acquistare il libro anche online

https://www.ibs.it/giacinto-facchetti-bandiera-in-mezzo-libro-pierluigi-avanzi/e/9791281101029

https://www.libraccio.it/libro/9788087797068/pierluigi-avanzi/giacinto-facchetti-una-bandiera-in-mezzo-alla-battaglia.html

https://www.mondadoristore.it/Giacinto-Facchetti-bandiera-Pierluigi-Avanzi/eai979128110102/

https://www.amazon.it/Giacinto-Facchetti-bandiera-mezzo-battaglia/dp/808779706X

https://www.urbone.eu/products/giacinto-facchetti-una-bandiera-in-mezzo-alla-battaglia

 

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su linkedin
LinkedIn
Condividi su pinterest
Pinterest

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

06PLAY è una testata giornalistica con sede a Roma e ha l’intento di raccontare a 360 gradi la vita di tutti i giorni

SE VUOI CONTATTARCI

SCRIVICI QUI

© 2020 All Rights Reserved, site by: Alessandro Papa

CODICE LICENZA SIAE N.