“Dagli scarabocchi alla firma” di Candida Livatino

Ilaria Solazzo,  giornalista pubblicista e blogger, ha intervistato per “06play” la famosa grafologa Candida Livatino.

Ilaria – Cosa ti ha spinto ad intraprendere la professione di grafologa?
Candida – Mio figlio Matteo, che adesso è grande. Scriveva talmente male che gli insegnanti dicevano: “questo ragazzo magari fa dei temi bellissimi, ma ha una scrittura indecifrabile”. Era uno di quei casi nei quali diciamo che sembra arabo. Ho quindi portato Matteo da una grafologa e mi si è aperto un mondo. Ho capito che quello sarebbe stato il mio futuro anche perché io da ragazzina volevo fare la psicologa. Pur non essendolo diventata, ci sono andata vicino perché la grafologia rientra in un ramo della psicologia. Quindi, grazie a mio figlio, ho scoperto questo mondo. Il problema di Matteo però era che la mano rincorreva la mente, cioè la velocità del pensiero, e per questo motivo faceva fatica a scrivere bene. Adesso, per ironia della sorte, Matteo scrive meglio in arabo che in italiano e mi dice: “Vedi mamma se io avessi scritto bene tu non avresti scoperto questo mondo”. Quindi lui mi ha dato la spinta per intraprendere questa professione.

Ilaria – Quale messaggio hai voluto lanciare con il tuo ultimo libro?
Candida – Con questo libro, insieme ovviamente anche agli altri, ho voluto evidenziare l’importanza della scrittura a mano e di non abbandonarla. Attraverso la scrittura esprimiamo quello che in realtà siamo. In questo mio ultimo libro ci sono vari capitoli: il primo è dedicato a quei segni grafologici non citati nei precedenti libri, poi ci sono vari profili di personalità di grandi personaggi come Michelangelo, D’Annunzio e altri, infine c’è il capitolo ‘Dagli scarabocchi la firma’, che si basa su cosa esprimiamo attraverso quel semplice scarabocchio che facciamo quando siamo in una riunione o quando siamo al telefono. Anche in quel caso esprimiamo il nostro mondo interiore.

Ilaria – Come si procede a tracciare un profilo di personalità a partire dallo studio della grafia?
Candida – Beh la prima cosa è l’osservazione, quindi guardo se la scrittura della persona si stacca dal margine, poi giro il foglio e controllo: se ha calcato molto significa che è dotato di una notevole energia. Quindi diciamo che per prima cosa osservo i segni più evidenti e poi, come in un puzzle, metto insieme i pezzi e definisco la personalità reale dello scrittore.

Ilaria – Come mai tanti di noi affidano la propria vita al destino?
Candida – Il destino non c’entra niente con la grafologia, perché la grafologia è una scienza che ci aiuta a conoscere – attraverso il semplice scritto – il carattere, la personalità e la sfera affettiva di chi scrive. È come un’impronta digitale unica irripetibile, quindi non c’entra niente col destino. Non si predice il futuro attraverso la scrittura.

Ilaria – Mentre scrivevi il tuo libro quali emozioni ti “circuivano”?
Candida – Ho scritto il libro nel periodo del lockdown, per occupare la mente e dare spazio a quelle tantissime emozioni che si sovrapponevano tra loro; questo non solo per l’ultimo libro, ma anche per i precedenti.
Ero continuamente sommersa dalle emozioni. In particolare in questo libro, quando analizzavo personaggi come Falcone e Borsellino, mio cugino Rosario Livatino, o anche grandi personaggi storici come D’Annunzio, Michelangelo, Cristoforo Colombo e tanti altri, le emozioni erano grandissime.

Ilaria – Qual è, a tuo avviso, il libro più bello che hai scritto fino ad oggi?
Candida – Dei libri che ho scritto fino ad oggi, devo dire che tutti mi piacciono, tutti sono belli per me perché nascono dal mio sentire, dalle mie emozioni. Non c’è un libro che preferisco, mi sono piaciuti tantissimo tutti, ognuno a modo suo, si tratta di vivere emozioni su emozioni.

Ilaria – Com’è cambiata la tua vita scrivendo e pubblicando libri?
Candida – Beh devo dire che è cambiata in meglio. Essere diventata un personaggio pubblico mi ha aiutata molto: le persone mi riconoscono. I miei libri suscitano molta curiosità, anche perché sono scritti in maniera molto semplice e quindi, pur non consentendo ai lettori di diventare grafologi, danno delle indicazioni. Se qualcuno nota ad esempio che la propria grafia è simile a quella di un personaggio citato nel mio libro, con dei segni particolari, può riconoscersi nella sua personalità. E quindi devo dire che le emozioni sono un continuo divenire.

Ilaria – Oltre al tuo libro in uscita nel 2023, ha già nuovi progetti in mente, legati all’ambito dell’editoria?
Candida – Sì, sto già pensando al quinto libro: ho molte idee, ma per scaramanzia non le dico. Le ho nella mente anche adesso che sono al mare.

Ilaria – Un tuo sogno nel cassetto è?
Candida – Il mio sogno nel cassetto? Boh, non ne ho più di sogni… Devo dire che li ho realizzati quasi tutti, in particolare fare questo mestiere, che per me è passione: non ne ho altri. Oltre a stare bene ed essere sereni con se stessi, vorrei la pace nel mondo e la salute per tutti.

Ilaria – Come hai scoperto la passione per la scrittura? Come l’hai coltivata?
Candida – Come dicevo prima, ho iniziato a fare la grafologa per caso, grazie a mio figlio Matteo e quindi ho provato a pubblicare il mio primo libro ‘Segreti della scrittura’: è andato molto bene e di conseguenza ho continuato a scriverne altri. Probabilmente era una passione che avevo dentro di me fin da bambina perché io volevo fare la psicologa. ci sono andata molto vicino proprio con la grafologia.

Ilaria – Cosa ha formato la tua “voce”? E soprattutto: come l’hai trovata, tu, la tua voce?
Candida – È quella di tutti i giorni, quella che uso anche in televisione. Non ho fatto nessun corso: è proprio la mia voce originale.

Ilaria – Ritieni che i social media abbiano una responsabilità forte legata al giornalismo e alla divulgazione dei libri in Italia ed all’estero?
Candida – La diffusione dei social media ha contribuito ad allontanare i ragazzi dallo scrivere a mano e dalla lettura dei libri, dato che trovano tutto pronto attraverso Google, utilizzando il telefonino o il computer. Non fanno neanche fatica per trovare qualcosa. Fanno una domanda e ottengono la risposta. Sarebbe invece molto importante che i giovani tornassero a leggere perché è una pratica che aiuta a memorizzare meglio.

Ilaria – Se tu potessi viaggiare nel tempo, esattamente in quale epoca vorresti fermarti e perché?
Candida – Io onestamente non vorrei tornare indietro nel tempo perché mi va benissimo quello che sto vivendo adesso. Anche se ci sono pandemie e guerre, sto vivendo questo periodo in maniera serena e felice.

Ilaria – Quale colore dell’arcobaleno ritieni ti rappresenti meglio e per quale motivo?
Candida – Il colore rosso, perché dispensa vivacità, voglia di vivere, positività ed entusiasmo.

Ilaria – Sei moglie, madre e una grande professionista. Per una donna famosa come te, che ruolo ha la famiglia, nella quotidianità?
Candida – Il lavoro mi impegna molto, ma riesco comunque a gestire bene la famiglia perché nei momenti liberi la vivo intensamente. Spesso sono in giro per le varie presentazioni del mio libro però mio marito appena può viene con me, quindi mi godo anche lui. Mio figlio è sposato, vive all’estero e lo vedo molto meno, ma quando è con noi esiste solo la famiglia: la pongo sempre al primo posto.

Ilaria – Su quali altri valori basi la tua esistenza?
Candida – I valori mi sono stati inculcati dalla mia famiglia. Per me sono importanti il rispetto e la lealtà: due cose rare oggi e me ne duole moltissimo. Io continuerò ad essere una persona rispettosa e leale. Non amo fare del male a nessuno. Sono una persona che dice quello che pensa, non sono una che fa affermazioni differenti a seconda di chi si trova di fronte. Usando le parole giuste cerco di dire sempre ciò che penso. Sono molto sincera e sensibile: soffro per alcune cose che vedo, ma fa parte di me.

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https://www.instagram.com/candidalivatinografologa/

 

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